Sono tanti gli emarginati ,quelli che
vivono ai bordi della società che non li vuole:i senzatetto,gli
zingari,gli emigrati,i matti.
Hanno tutti una cosa in comune.
Molti non hanno una casa ma quello che
è peggiola maggior parte di loro ha una famiglia che non li accetta
più o non li ha mai accettati.Non hanno affetto da nessuno e si
sbattono tutto il giorno per avere qualcosa da mangiare,un posto dove
dormire e lavarsi,un posto dove prendersi dei vestiti puliti.
Io ho vissuto in prima persona questa
situazione quando non stavo bene andando anche a dormire sui treni
(quando le cose andavano bene) altrimenti erano notti insonni passate
su una panchina o sul freddo marmo della stazione centrale di
Milano magari in inverno e coi piedi nudi sulla neve perchè quando
non sto bene scappo e piano piano partendo dalle scarpe comincio ad
abbandonare in giro quello che è in mio possesso :borsa,carta
d'identità.........anni fa abbandonai in stazione un portatile da
800 euro ed un i-pod da 100 più la protesi dei denti...
forse quella che un poliziotto disse al tg essere la cosa più strana che gli fosse mai capitato di trovare...
forse quella che un poliziotto disse al tg essere la cosa più strana che gli fosse mai capitato di trovare...
Queste persone vanno aiutate.Io so di
dormitori che danno da dormire una settimana poi devi stare per
settimane senza posto letto finchè tocca di nuovo a te.
Non è la carità della gente (che tra
l'altro se ne disinteressa tanta più pelliccia e tanto più oro
indossa) ma lo stato che se ne deve occupare creando dei centri
apposta per loro e recuperandoli ad una vita normale e dignitosa
oppure come è successo con me occuparsi dei matti in modo
costruttivo perchè nessuno nasce matto,lo si diventa per vari motivi
spesso dolorosi come può essere appunto la mancanza di una
famiglia,una violenza sessuale ecc.......
Non sopporto chi dice che il barbone
non la vuole la casa;sono leggende metropolitane .Piuttosto è vero
che tanti non sopportano le costrizioni ovvero avere orari per uscire
e rientrare perchè magari nella loro vita sono stati rinchiusi;Ad
esempio la Merini non sopportava le porte chiuse...insomma la legge
Basaglia ha aperto le porte ai manicomi ma poi lo stato non ha dato
un aiuto né agli ex ricoverati né un supporto alle loro famiglie
affinché se ne occupassero anche se le cose,visto che io ora mi
trovo al C.R.A. di Casteggio (pezzo scritto quando ero in comunità per il giornalino),mi
sto curando ed ho preso pure una casa in affitto ,sono un po'
cambiate ma gli emigrati soprattutto arabi e rumeni fanno la vita che
dicevo prima sbattendosi a destra e a manca per mangiare e vestirsi
.Ovvio che poi per sopravvivere si trovano costretti ad infrangere le
leggi:rubare,spacciare ecc.....
Se non hanno un lavoro dovrebbero
essere rispediti al loro paese oppure inseriti in qualche cooperativa
ma ma non si trova il lavoro neanche per i nostri
figli.......................
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Un'altra cosa che vorrei dire è che io
ero seguita da una sorta di C.P.S. in piemonte solo che loro
insistevano per farmi restare nella mia famiglia dove loro però non
mi volevano tanto quanto io non volevo restarci.Io scappavo e poi
sfido chiunque sano di mente a restare giorni e giorni fuori casa
senza magari neanche mangiare e vedere se per caso non diventa matto
figuriamoci una persona che già sta poco bene di testa …..allora
mi spedivano all'S.P.D.C.di Intra che era un vero manicomio.
Forse 10 metri quadrati di struttura
con piscia e merda ovunque,gente che gridava e le
pastiglie..................
passavi la notte a guardare il soffitto
allucinato ed una volta pure mi hanno dato una medicina che pensavo
di essere in un buco dal quale non sarei mai più uscita.Un inferno
.Poi mi sono risvegliata per fortuna :).
Ho subito anche un piccolo abuso da parte di un infermiere maschio che mi lavava …
Ho subito anche un piccolo abuso da parte di un infermiere maschio che mi lavava …
Le terapie di adesso sono un altro
grande passo in avanti.
Una volta sono riuscita a scappare
grazie ad un amico che mi ha fatto notare la finestra aperta
dell'infermeria.
Mi sono lanciata e quasi spaccata un
piede poi sono andata a Milano e malgrado lo stato confusionale dato
dalle medicine ho subito trovato lavoro.
Quando stavo bene lavoravo ( baby
sitter,assistenza anziani,barista)
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